domenica 9 settembre 2012

monte penna



per quanto riguarda il penna è necessario un breve preambolo sulla vallata che lo ospita.
non siamo in val trebbia chiaramente, e neppure così vicino a genova city, bensì in val d'aveto.
siamo senza dubbio nella vallata più "montana" della liguria, e non solo perchè ospita la cima più alta di tutto l'appennino ligure, (monte maggiorasca 1809 m.s.l.m.) ma anche per i suoi paesaggi assolutamente "svizzeri".
in questa location le escursioni a disposizione sono molte, anche qui avremo modo di scegliere quale sentiero
è più consono alle nostre capacità o più semplicemente alla nostra voglia.
il penna nello specifico è il classico monte che è fatto a forma di monte, se da bambini vi è capitato di
monte penna
disegnare dei monti senz'altro ne avrete immaginato più di uno che ricordi il penna.
bene, se arrivate da genova sappiate che i km in macchina sono parecchi, almeno un centinaio; siamo sul confine tra liguria ed emilia romagna, forse più vicini a parma che alla superba, la strada non è di quelle per stomaci forti, ma abbiate ben presente che si parla comunque di strade di montagna che partono dal mare e arrivano abbondantemente oltre quota mille.
dopo aver masticato il vostro travelgum quindi potrete prendere l'autostrada fino a lavagna, usciti dalla quale dovrete dirigervi verso s.stefano d'aveto,
un' alternativa è quella di salire verso piacenza dalla statale 45, oltrepassare torriglia e in località montebruno prendere la deviazione per barbagelata, da qui proseguire per il passo della scoglina,  successivamente incontrerete il bivio per s.stefano.
da ovunque arriviate prendetevela comoda perchè la strada è lunga, ma sarete ripagati della levataccia dai bellissimi paesaggi che troverete.
prima di arrivare a santo stefano, superato rezzoaglio troverete il bivio per la foresta del penna (strada provinciale 75); salite ancora per una dozzina di chilometri fino ad incrociare sulla destra un'ampia sterrata carrabile.
bivio sp75- sterrata dell'incisa
in inverno questa si trasforma in una bellissima pista per sci di fondo.
ancora un paio di km sullo sterrato, e finalmente giungiamo al passo dell'incisa (1463 m.s.l.m.),dove posteggeremo comodamente.
a questo punto, diversi cartelli suggeriscono percorsi ed itinerari; per salire sul penna dovrete imboccare il sentiero che sale sulla sinistra (rispetto alla vostra direzione d'arrivo).
effettivamente il passo del'incisa è un incrocio importante dell'alta via, e vi renderete conto guardando le carte dei sentieri che ci sono diverse alternative
per raggiungere la stessa destinazione.
passo dell'incisa
è anche vero che quasi due ore di auto per fare una camminata di poco più di un ora non ha molto senso, quindi dovrete a mio avviso programmare un prolungamento nel percorso,
oppure abbinare all'escursione (nel periodo adatto) una camminata nelle faggete del penna alla ricerca di prelibati funghi che qui certo non mancano.
ricordate in questo caso che è assolutamente obbligatorio il tesserino, e sappiate che la forestale non scherza, e non è difficile incontrarla.
quindi, massimo rispetto per il bosco, raccogliete solo funghi dei quali siate certi e non superate i 3 kg consentiti (magari)......

ok, indossati gli scarponi
il cartello in legno indica: monte penna, 0,30 h.ebbene si in poco più di mezz'ora sarete in vetta.
faggeta del penna
bisogna tener conto che il dislivello è di circa 270 metri, essendo la vetta a 1735 m.s.l.m.; detto questo sappiate che tutta la salita si percorre in un bellissimo bosco di faggi, e vista l'altitudine, anche in pieno agosto non dovreste soffrire il caldo;chiaramente in inverno da semplice gita potrebbe trasformarsi in qualcosa di decisamente più pericoloso. 
viste le condizioni climatiche quasi sempre proibitive ( neve, nebbia, e temperature davvero polari).
essendo in montagna anche in estate potrebbe succedere di trovarsi immersi nelle nuvole, bisogna in questo caso prestare un po di attenzione,
panoramica, a sinistra l'aiona, sulla destra pennino e chiodo


invaso di sega
in cima ci sono pareti a strapiombo, è necessario essere cauti....  se invece vi troverete lassù in una bella giornata di sole con il cielo terso, potrete ammirare una porzione di mondo davvero vasta;

oltre ai monti del comprensorio avetano, si distinguono in lontananza le alpi apuane, ma anche la corsica, c'è chi dice di aver riconosciuto il cervino e poi appunto il monte aiona,il maggiorasca, il chiodo, il cantomoro e via dicendo.
riporto un piccolo cenno storico ricavato da wikipedia: il nome "penna" pare derivi dal fatto che gli antichi liguri ritenessero questa montagna dimora del dio celtico "pen".....
sullo sfondo, le alpi apuane
















possibili varianti

vorremmo inserire in questo post anche un paio di varianti decisamente interessanti.
come dicevamo due ore di macchina per un ora di cammino non hanno molto senso..... allora ci sono un paio di valide alternative:
una di queste, la più emozionante, prevede la salita al penna dal lato nord.
l'ultimo pezzo di questo percorso è attrezzato con una catena che ci aiuta fornendoci un solido ancoraggio, si sale a quattro arti motrici, mani e piedi sulla nuda roccia. se soffrite tanto tanto tanto di vertigini non è la gita che fa per voi. nel caso invece ne soffriate solo un pochino, bè questa salita vi regalerà una bella scarica di adrenalina, e non potrete fare a meno di raccontare questa esperienza come la salita all' anapurna......
se invece avete nel vostro dna qualche gene con i ramponi, be allora questo blog non fa per voi......
scherzi a parte, per chi come noi non ha alcuna esperienza di alpinismo, questa salita potrebbe essere considerata come un passo di avvicinamento alle vie attrezzate,  anche se parlare di via ferrata in realtà non ha molto senso in quanto questa ascesa si percorre in tutta sicurezza senza attrezzatura (imbrago, etc.).
i tratti esposti sono brevi, ma sempre con il vuoto sotto di noi, è quindi opportuno prestare molta attenzione.
è sconsigliato salire con la pioggia in quanto la pietra in questo caso diventa molto scivolosa.
è alla portata di tutti, ma sottovalutarne la "pericolosità" potrebbe essere un grave errore, preferiamo quindi parlarne in maniera forse esagerata,ma come già detto, non essendo dei piccoli "messner", vogliamo solo fornirvi delle indicazioni puramente "emotive" e non tecniche.... per queste ci sono siti e blog che potranno levarvi qualsiasi curiosità.

veniamo ora alle alternative: la prima (a nostro avviso la più interessante), prevede un percorso ad anello;
la soluzione del percorso ad anello è ricorrente nelle nostre gite, in quanto qualcuno del nostro gruppo non ama le cose ripetitive, quindi un percorso fatto una volta basta e avanza, e se esiste anche solo
una possibilità di ritornare indietro percorrendo un'altra strada, be sicuramente la nostra cartografa la individuerà.
effettivamente anche se in genere il percorso ad anello è più lungo, è un po come fare due gite in una, e quindi perchè non aprofittarne?
tornando a noi, per questa variante è necessario (invece che imboccare la sterrata) proseguire sulla strada asfaltata (sp75) fino al passo del chiodo, un paio di km oltre la caserma forestale.
posteggiata l'auto troverete facilmente il cartello che indica un ampio sentiero protetto da una sbarra il segnavia del cai è "bianco-rosso 831"  la direzione è: la nave, monte penna; anche il segnavia A5 sarà nostro compagno di viaggio, almeno fino al passo dell'incisa.
imboccato il sentiero ci addentriamo in un bellissimo bosco di faggi in leggera salita, per una ventina di minuti il paesaggio non cambia, ma superata una pietraia ci troviamo sul sentiero che costeggia "la nave del monte penna"
la nave e il monte chiodo
questa particolare valle, è così chiamata per via della sua evidente forma a scafo di nave. da vedere.
proseguiamo ancora brevemente in piano per rientrare presto nel bosco che in ripida salita, oltrepassando un paio di bivi, e continuando a seguire il segnavia A5 ci porta allo scoperto presso la forcella del penna.
da questo punto in avanti sarà solo la pietra a condurci in vetta al penna, non manca molto e il panorama è mozzafiato, la salita è molto ripida e come già detto dovremo prestare molta attenzione.
ci vogliono una ventina di minuti per arrivare in vetta, considerando le necessarie pause per rifiatare e per guardarsi intorno.
sul penna è presente l'immancabile simbolo religioso che in questo caso raffigura una madonna con bambino, è presente anche una cappelletta che può, eventualmente, fungere da riparo.
non ci dilungheremo oltre, abbiamo già parlato della vista, proseguiamo il nostro giro.
pennino, la nave e il monte chiodo
in questo caso dovrete scendere dalla parte boschiva, per arrivare al passo dell'incisa.
il sentiero è ben segnalato, e dopo un breve tratto su pietraia, si entra nella faggeta che ci accompagnerà fino a fondo valle.
sterrata dell'incisa
la discesa non presenta particolari difficoltà, è piuttosto ripida, ma molto ben segnalata e in una ventina di minuti arriverete sulla sterrata già citata in precedenza.
a questo punto in leggera discesa torniamo verso la strada asfaltata (sp75) girando sulla destra appena usciti dal sentiero del penna.
oltrepassata la "segheria nel bosco" avrete anche qui la possibilità di scegliere il da farsi.
se sarete molto ma molto stanchi arrivati alla fine della sterrata potrete riprendere l'asfalto e in un paio di km tornare al passo del chiodo per recuperare il vostro mezzo,chiudendo così l'anello come proposto dall'ente parco.
in alternativa, prendetevi ancora un ora abbondante per concludere la gita in maniera trionfale.
un centinaio di metri prima della fine della sterrata, sulla destra troverete un sentiero pianeggiante che costeggia un rio; questo sentiero è segnato con un bollo giallo.
dopo una prima parte in falso piano e leggera salita, superato un paio di rii, vi troverete al lago glaciale del penna. in realtà chiamarlo lago è generoso, si tratta di una grossa pozza, ma una sosta qui vi ripagherà di tutta la fatica fatta. alzando gli occhi vi renderete conto di essere proprio sotto la cima del monte che avete da poco conquistato, se sarete più fortunati di noi le batterie della vostra fotocamera saranno ancora
cariche e vi permetteranno di fare qualche scatto di questo splendido posto.
ma è giunta l'ora di rimettersi in marcia, ora il sentiero inizia a salire ripido e tortuoso nel bosco, al bivio seguente il segnavia che ci riconduce nei pressi della nave diventa da bollo giallo a triangolo giallo.
ancora uno strappo in decisa salita, e ci ricongiungiamo con il secondo dei bivi incontrati all'andata.
la strada la conoscete, da qui è solo discesa,ripassiamo dalla nave ancora una ventina di minuti e torniamo al passo del chiodo.
per questa variante crediamo che un III° grado di fatica possa essere adeguato.bisogna prestare attenzione ai segnavia, soprattutto nella parte di ritorno,
per il resto una bellissima escursione su uno dei monti più affascinanti dell'appennino ligure.
la seconda alternativa in buona sostanza evita la salita su roccia al penna.
quindi ripercorrete tutta la prima parte dal passo del chiodo fino al bivio che indica la caserma forestale (triangolo giallo), seguite il percorso sino al bivio che indica lago del penna (bollo giallo) o casermetta (triangolo giallo)prendete il percorso per il lago superato il quale, incrociata la sterrata, la imboccherete virando a sinistra sino al passo dell' incisa, da qui come ormai avrete intuito salite al penna attraversando la faggeta. al ritorno seguirete la strada a ritroso, sapendo di poter evitare la parte nel bosco accorciando il tragitto e passando sulla strada provinciale che vi riconduce al passo del chiodo.
per questa escursione i tempi di percorrenza variano a seconda del percorso scelto.
diciamo in linea di massima che si va da poco più di un ora, salendo per il bosco dall'incisa e tornando indietro, a circa 3 ore e mezza se vogliamo invece fare il giro più lungo.
l'anello come proposto dall'ente parco invece, quindi con rientro dalla strada provinciale, e valutato in due ore e mezza. detto che è sicuramente fattibile, ci sembra che questa tempistica non tenga assolutamente conto ne delle soste, e neppure del fatto che non tutti possano avere lo stesso passo e soprattutto lo stesso allenamento.
aggiungete quindi almeno un ora per le piccole pause e anche un paio se invece vorrete gustare a pieno la giornata campestre.
segnaliamo alcuni interessanti link

http://www.trekkinginliguria.it/www.trekkinginliguria.it/Home_page.html

http://www.valdaveto.net/

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